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aTUxTU w/ Andrea & Simone

TUxTU è il nuovo format social che da voce ai membri della #valvefamily!!
4 domande a cui giocatori, ex giocatori, allenatori, dirigenti, bambini e appassionati risponderanno per raccontare a chi ci segue pezzi di storia e aneddoti della loro vita calcistica e non!

Ospiti di questa nuova puntata è la coppia di portieri della prima squadra formata da Andrea Affelli e Simone Neri. 

Domanda:Il ruolo del portiere si sa è un ruolo particolare e delicato. È bello vedervi allenare: la complicità che avete è rara.
Com è il vostro rapporto? Qual è la qualità che vorresti avere dell’altro? Siete soddisfatti degli allenamenti e del gruppo di lavoro? 

Andrea: Quello instaurato con Simone è un legame solido, pur conoscendoci da pochi mesi. E’ la prima volta per me che mi ritrovo ad essere il più ‘’anziano’’ del reparto e spero di essere stato in grado di ricoprire questo ruolo. In primis credo sia fondamentale il rapporto umano ancor prima di quella che può essere la sana competizione interna per giocarsi il posto alla domenica, Simone ha un bel carattere, molto umile e ha tanta voglia di lavorare per migliorarsi ed questo ha reso più semplice la creazione del nostro rapporto. Tutto questo mi porta ad affrontare gli allenamenti con felicità e spensieratezza, ma anche con tanta concentrazione e sforzo in più perché il ragazzino spinge e anche forte (ride). Se potessi acquisire una qualità di Simo? Senza ombra di dubbio l’altezza (ride). Sento che ci sia stato un netto cambiamento nelle nostre prestazioni e questo è stato possibile solo grazie a NATO, GIORGIO E NINO.  

Simone: ci conosciamo da soli 8 mesi, ma devo dire che abbiamo legato praticamente subito. Entrambi viviamo il calcio come svago e passione ed essendo portieri ci piace molto il contatto con l’erba e con la terra. Quando finiamo allenamento ci piace essere imbrattati se no non siamo soddisfatti e devo dire che una volta finita la seduta i nostri vestiti avrebbero bisogno di una nuova vita (ride).
La qualità che gli invidio è la sicurezza con i piedi. Io non sono mai stato troppo sicuro dei miei, nonostante abbia fatto qualche passo in avanti negli anni.
Devo dire che Andre è molto sicuro e si fida parecchio. Beato lui!
Sul gruppo di lavoro sono molto contento di aver conosciuto persone che ci tengono al nostro ruolo, con Nino, Giorgio e Renato formiamo un bel gruppo e sono molto preparati in materia. Hanno consigli ed esperienza da vendere. 

Domanda Andrea: La tua è una storia particolare perché hai debuttato a 17 anni con la prima squadra del Valve nel 2013 (Racconigi – Valve 0-3, prima categoria). Poi dopo qualche stagione hai lasciato per poi tornare nel 2019 come attaccante (segnando anche un gol nel campionato di seconda).
Cosa ti ha portato a smettere prima e cosa ti ha spinto a tornare come attaccante dopo? Perché questo nuovo ruolo? 

Andrea: Terminato il periodo scolastico, il mio lavoro mi aveva portato a trasferirmi in costa azzurra e quindi ad uno stop obbligato e sicuramente non a cuor leggere. Nel 2018 son tornato a casa e ho rincominciato a giocare in CSI come attaccante, un’po’ per gioco mi sono appassionato a quel ruolo che mi dava grandi soddisfazione anche se in CSI, concludendo la prima stagione con 9 goal e 5 assist. 

L’anno seguente ho ritrovato la mia casa calcistica, Robilante, dove sono stato riaccolto ad Agosto come se tornassimo semplicemente dalla pausa estiva e non da tanti anni di assenza. Quel ruolo da attaccante e quella stagione prolifica mi avevano talmente convinto che ho deciso di continuare a correre guardando in faccia quei pali a cui all’età di 3 anni avevo girato le spalle giurando di proteggerli. Due stagioni confuse, vedere poco il campo e il Covid non mi ha sicuramente aiutato, ma nei minuti finali di quel 25 Ottobre sul 4 a 1 per noi, nella mia casa calcistica, un’po’ come un bimbo che gioca nel salotto di casa e tira contro la porta di entrata, vedo arrivare la palla, due passi e colpisco di testa da pochi metri, la palla si insacca e di quei due anni difficili svanisce tutto il male e rimane solo la soddisfazione nel vedere tutto quell’impegno ripagato..se ci ripenso mi emoziono. 

Domanda Simone: Sei un ragazzo Ligure che si è trasferito da settembre a Cuneo per l’Università. Intanto come ti trovi qui in Piemonte? So che sei un mangione: meglio la cucina piemontese o quella ligure? E raccontaci un po’ come ti trovi nella @valvefamily? Sei contento della scelta fatta in estate?

Simone: È ormai il terzo anno che vivo in Piemonte, ho già avuto 2 anni di esperienza a Grugliasco per via dell’università. Sulla cucina devo dire che sono un grande amante degli ingredienti, degli abbinamenti e dei piatti che offre la Liguria.

Però sto apprezzando particolarmente anche la cucina Piemontese, che avrò modo di conoscere ancora meglio contando che staró nel Cuneese per ancora qualche anno. 

Qui al valve sono molto contento, il gruppo é veramente unito, la società é molto giovane, ha voglia di crescere e lo sta dimostrando. 

Poi non ho mai giocato in una squadra affiancata dagli Ultras, mi sono innamorato alla follia di quello che fanno per il Valve, so già quasi tutti i cori (ride). Poi Robilante ha quasi gli stessi abitanti di Villanova D’albenga, mi fa sentire più a casa. 

Domanda Andrea: Fare il portiere per te è un qualcosa di naturale. Quando hai deciso di ritornare in porta (per il bene di tutti), lo hai fatto con una serenità e naturalezza incredibile. Come hai vissuto quel periodo in cui sei ritornato tra i pali? Qual è stata la cosa più difficile che hai dovuto affrontare? 

Andrea: Fare l’attaccante è stato molto bello, ma quel giuramento da bambino lo feci davvero e al richiamo dei pali non potevo di certo fare orecchie da mercante. Quindi, anche un po’ ’ per il senso del dover nei confronti della squadra in un momento difficile in quel reparto ho rimesso i guantoni, ho smesso di correre e son tornato a voltare le spalle alla porta. All’inizio non è stato facile, dovevo riprendere le misure, il senso della posizione e tempi di reazione, ma dopo qualche tempo mi son ritrovato a mio agio. La parte più difficile in realtà non era tecnica ma mentale, all’inizio di ogni stagione devi ritrovare la concentrazione necessaria per affrontare le partite, ma dopo così tanto tempo era ancora più difficile, avevo paura di sbagliare, di uscire e a volte anche di parlare per aiutare i miei compagni, poi puntualmente arrivava quella Parata, anche forse poco estetica ma fatta di puro istinto, ecco quella era la scintilla che faceva scattare il passaggio mentale e da lì diventava tutto più facile, e come se da dentro una voce ti dicesse che potevi farcela. 

Domanda Simone: La scorsa stagione hai giocato in prima categoria nel torinese, mentre le stagioni precedenti nel campionato ligure. Quali sono le differenze e le affinità che hai riscontrato tra le varie realtà che hai vissuto rispetto a quella del Valve? 

Simone: In Liguria ho sempre fatto la seconda categoria ed il livello penso che sia coerente con la categoria associata. Nella prima categoria torinese devo dire che ho fatto un bel salto di qualità personalmente, anche se purtroppo ho avuto davvero poche occasioni per dimostrarlo. Dalla Seconda alla prima categoria nelle regioni in cui sono stato si nota un cambio di intensità secondo me, non tanto di più. Sinceramente devo dire che, come già detto, essendo Robilante un paesino molto più piccolo c’é molto più attaccamento alla maglia e si avvicina molto di più alla realtà villanovese che ho sempre vissuto. 

Domanda Andrea: Le tue parate hanno contribuito alla promozione e anche quest’anno stai dando continuità con delle prestazioni determinanti. Sei diventato un portiere maturo e decisivo. In cosa sei migliorato? In cosa devi migliorare ancora? 

Andrea: E’ stata una cavalcata incredibile, ricca di emozioni forti e per questo devo ringraziare tutti i miei compagni, i Mister, la società e i nostri instancabili e fondamentali tifosi. Non riesco a sentirmi un “anziano’’ nello spogliatoio ma gli anni di appartenenza ci sono e mi rendono tale e questo ha i suoi pro e i suoi contro (sorride). Per questo gruppo darei tutto e vedere chi lo vive come me mi fa sentire vivo, mentre quando a volte vedo qualche compagno un’po’ più distaccato mi fa male; ecco se potessi vorrei che anche loro lo vivessero così, magari potrebbe aiutarli anche sul rendimento la domenica (ride). 

In cosa devo Migliorare? In tutto sarebbe una risposta banale, ma lo sento davvero.
Ho fatto passi avanti su tanti aspetti ma c’è sempre da lavorare, ecco forse se riuscissi a sentirmi un’po’ “anziano” riuscirei a trasmettere maggiormente quel senso del dovere che provo per la mia casa calcistica.  

Domanda Simone: Qui sei nuovo e non tutti ti conoscono, se dovessi descriverti in 3 parole, quali useresti? 

Simone: Nella vita mi descriverei come un ragazzo Umile, Curioso ed Intraprendente. Sono molto legato al campo della cucina e faccio di tutto per crescere ed imparare cose nuove sotto quell’aspetto lì, in modo da realizzare un sogno nel cassetto che ho da anni ormai. 

Nell’ambito calcistico mi definisco Determinato, Caparbio (in senso positivo) ed affidabile. Sono molto cocciuto, se voglio migliorare sotto un aspetto particolare, dò tutto me stesso per raggiungere l’obiettivo preposto.  

Ringraziamo Simone ed Andrea per la disponibilità e ci vediamo settimana prossima per una nuova puntata di “a tu per tu”. 

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