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aTUxTU w/ Mattia Vola

TUxTU è il nuovo format social che da voce ai membri della #valvefamily!!
4 domande a cui giocatori, ex giocatori, allenatori, dirigenti, bambini e appassionati risponderanno per raccontare a chi ci segue pezzi di storia e aneddoti della loro vita calcistica e non!

Il nuovo ospite di questa settimana è Mattia Vola, vice capitano e leader della difesa biancoverde. 

Domanda: Hai iniziato a giocare a calcio nel Valve quando avevi 11 anni, molto tardi rispetto agli standard attuali dove si inizia a giocare molto prima. Quando hai iniziato hai notato un “gap” tra te e i tuoi compagni? Su cosa hai dovuto lavorare maggiormente per riuscire a colmare questo “ gap” e  per arrivare in prima squadra (rimanendoci per 20 anni di fila)? In questo senso vuoi dare un messaggio a tutti i nostri lettori? 

Mattia: Eee, bella domanda. Mi fai fare un bel salto indietro a scavare tra i ricordi.  Da piccolo ho sempre giocato a calcio all’oratorio di Vernante con Simo e Bassi. Loro giocavano già nel Valve da un po’ di anni e nell’estate del ‘99 mi hanno convinto ad iniziare.

Di anni ne avevo 11 e devo dire che giocare con gli amici in una vera propria squadra mi piaceva davvero un sacco. 

Che ricordi gli anni con mister Pacchiega e con Mister Luca Coniglio. Ho giocato per 3 anni, fino a quando nel giugno del 2002 ho dovuto fermarmi perché mi hanno diagnosticato una malattia alle ginocchia (tipica della crescita). 

A malincuore ho dovuto saltare il secondo anno di allievi e il primo anno di juniores. Fortunatamente poi sono rientrato al secondo anno di juniores con tanto entusiasmo ma ho avuto parecchie difficoltà. Il gap c’era, è normale. Non tanto a livello fisico e di corsa, ma proprio a livello tecnico. Dopo tutto mai nessuno mi aveva insegnato a stoppare un pallone o a calciarlo. 

Però pian piano con tanta volontà e con l’aiuto dei compagni son riuscito a migliorarmi riuscendo ad arrivare (e a rimanere) in prima squadra con Mister Ricci. 

Il messaggio che voglio mandare è quindi questo, quello di non smettere mai di crederci e allo stesso tempo di non sentirsi mai arrivati. Ci si può sempre migliorare a 14 anni, come a 18 e come a 35: basta solo volerlo. E questo non vale solo nel calcio ma anche nella vita! 

Domanda: Dopo tutti questi anni con questa maglia, come fai ad avere ancora tutti questi stimoli? Qual è il tuo segreto? Vederti allenare e giocare la domenica con quella grinta e passione è ammirevole. Non ci pensi mai a dove saresti potuto arrivare se avessi iniziato a giocare a calcio sin da quando eri bambino? In questo senso non hai qualche rimpianto? Magari in qualche categoria in più avresti potuto giocare…. 

Mattia: innanzitutto grazie per i complimenti! Sicuramente avere tanta passione per questo sport, provare un grande senso di attaccamento alla maglia e al territorio, avere in rosa giovani davvero forti che sono il presente e il futuro del Valve e anche il pensiero che per me ogni partita potrebbe essere l’ultima sono tutti fattori che mi spingono a volermi migliorare e a cercare di performare al meglio delle mie possibilità. 

Non so se sarei riuscito a giocare in categorie superiori, in realtà non me lo sono mai chiesto dove sarei potuto arrivare. 

Avendo una storia tribulata alle spalle a livello di settore giovanile, mai mi sarei aspettato di arrivare a giocare in prima squadra, in prima categoria e di continuarlo a fare a 35 anni. 

Questo mi rende molto orgoglioso e soddisfatto del percorso fatto fino ad ora. E averlo fatto con questa maglia vale ancora di più per il senso di appartenenza che provo per questa società e per il territorio in cui vivo. 

Domanda: Hai visto il Valve cambiare non solo a livello tecnico giocando con tanti compagni ma anche a livello societario. Come hai vissuto e percepito l’ultimo cambiamento societario? Sappiamo che oltre a giocare ti occupi della parte di segreteria della prima squadra assieme a Paolo Priola. Ti piace questo nuovo ruolo? 

Mattia:  il cambiamento societario l’ho vissuto come un qualcosa di necessario.  Serviva una svolta, forse avremmo dovuto farla qualche stagione prima. La necessità di una sterzata però era evidente, soprattutto per noi giocatori più esperti che viviamo l’ambiente da tantissimo tempo. Fortunatamente nell’anno dei 50 anni della società, abbiamo trovato la forza e l’energia per ripartire mettendo insieme l’esperienza di chi in società c’era già con l’entusiasmo e l’incoscienza di noi giocatori più vecchi e dei mister. 

Quest’anno le cose stanno andando ancor meglio perché si sono aggiunte nuove persone competenti, abbiamo creato una struttura societaria e questo è fondamentale per permettere al Valve di continuare a scrivere altrettante pagine di storia memorabili nei prossimi anni. 

Del ruolo in società sono molto contento e spero che la società così come Paolo Priola siano contenti di me. Spero di continuare ad aiutare la società anche fuori dal campo per tantissimi altri anni ancora! 

Domanda: La carta d’identità dice 36 anni ma Il tuo fisico statuario fa sembrare che tu ne abbia molti di meno. Quali sono gli obiettivi personali che vuoi ancora raggiungere? A volte dici che vuoi giocare fino a 50 anni: lo dici per scherzo o sei serio? 

Mattia: innanzitutto non ho 36 anni, ma ne ho 35 anni (ride)! (Ne compie 36 a novembre, ndr). 

Io avevo un sogno: tornare in prima categoria con la maglia del Valve. Averlo fatto nell’anno dei 50 anni con una cavalcata pazzesca e lunghissima ha reso il tutto ancora più bello. Questa promozione ce la siamo proprio meritata! 

L’obiettivo di quest’anno è quello di salvarci, pensiamo a questo. Una volta raggiunto, mi darò altri obiettivi. 

Finché il fisico regge e mi permette di giocare in modo continuativo e serio, continuerò ad oltranza. 

Il giorno che mi accorgerò di essere un peso o di aver abbassato il livello delle prestazioni, quello sarà il momento di appendere gli scarpini al chiodo ma fino ad allora daró tutto me stesso per far sì che questo momento arrivi il più tardi possibile. 

Domanda extra: nello spogliatoio sei sempre stato quello che “Vola prenotaaaa” per celebrare e festeggiare gli obiettivi stagionali raggiunti dalla squadra.Strappiamo una promessa: se la squadra si salva, dove prenoti? Dove si va? 

Mattia: Spero tanto di poter tornare a prenotare perché significa che la squadra ha raggiunto l’obiettivo (ride). 

Per scaramanzia non dico nulla. Dico solo che i viaggi con la squadra a Jesolo, Lloret del Mar, Riccione sono stati tutti fantastici. Momenti incredibili e di pura ignoranza che porterò sempre con me. Rivivere altri momenti simili sarebbe molto bello ma prima dobbiamo meritarcelo! 

 

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